lunedì 10 ottobre 2016

GUERRA GLOBALE: PENSIAMOCI SU. RUBRICA DI LUIGI ORSINO




Per analizzare l’attuale situazione geo politica non è possibile evitare qualche riferimento al passato, più o meno prossimo.Il mondo, come oggi lo conosciamo, nasce da una data di riferimento: il 1571 quando avvenne la battaglia di Lepanto che vide vittorioso il blocco occidentale cristiano in contrapposizione al blocco orientale islamico. Non che prima di questa data non fossero accaduti fatti d’importanza fondamentale per la storia umana ma, avendo deciso di analizzare l’attuale situazione fortemente scossa da rigurgiti di, veri o presunti, fondamentalismi religiosi, ci è sembrato un buon punto di partenza. A Lepanto iniziò il declino della forza espansionistica dell’islam e un progressivo isolamento musulmano con perdita di potere soprattutto dei tanti potentati sottoposti alla religione maomettana.Per lunghi secoli l’Islam ha perso forza, è stato relegato in determinate regioni del pianeta e non è stato più un pericolo per la civiltà occidentale. Sul finire della seconda guerra mondiale gli alleati, Inghilterra in testa, stabilirono che la Palestina dovesse accogliere gli ebrei che fuggivano al nazismo prima e a quelli che erano in cerca di una nuova patria che potesse accoglierli poi. In definitiva una scelta giusta, considerato che la Palestina è la terra d’origine delle popolazioni giudaiche. La diaspora (esodo) o dispersione degli israeliti iniziò nel primo secolo ad opera della Roma imperiale, altre ve ne erano state in precedenza ma sempre gli ebrei erano tornati alle terre d’origine, che dopo aver domato l’ennesima ribellione, aver definitivamente distrutto il tempio di Gerusalemme determinarono la deportazione degli israeliti la loro dispersione nelle varie provincie dell’impero. Per inciso questa decisione, molto opinabile, fu la causa della rapida diffusione del cristianesimo in tutto il territorio ell’impero. Tra molte traversie e conflittualità nacque nel dopoguerra lo stato d’Israele. I palestinesi e gli stati arabi  non presero bene la cosa e subito vi furono forti contrasti e conflitti. Oggi Israele è un contrafforte, una fortezza occidentale incuneata, e circondata, dall’ostilità.
Le guerre israelo – palestinese  si è trascinata a lungo, i palestinesi, per primi, hanno usato l’arma del terrorismo per attaccare l’occidente colpevole di appoggiare e proteggere gli ebrei.
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Un popolo perseguitato per millenni dai cristiani che li accusavano di deicidio, sottoposto all’odio razziale, alla sistematica eliminazione, durante il nazismo e non solo, vittima di pogrom (epurazioni) in tutti gli stati “civili” (particolarmente duri quelli russi), è ancora nel mirino dei musulmani integralisti e non. I palestinesi, rivendicando il loro diritto a vivere sulle terre mediorientali e rifiutandosi di condividere il territorio con gli israeliani hanno fomentato guerre e disordini, erano, e lo sono ancora, appoggiati da molti stati arabi. La Libia di  Mu'Ammar Gheddafi appoggiava apertamente l’estremismo palestinese e l’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina). La Libia, prima di accostarsi all’occidente si fece parte attiva in numerosi atti terroristici in occidente, anche in Italia (per esempio: strage di Fiumicino). L’OLP   è un'organizzazione politica e paramilitare palestinese, considerata dalla Lega Araba a partire dal 1974 la legittima "rappresentante del popolo palestinese il cui capo era Yasser Arafat, l’ala più oltranzista era nelle mani di George Habash capo del  Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP). Dal 1988 in poi la posizione dell’OLP assunse toni più moderati, al punto che Arafat vinse il Nobel per la pace unitamente al premier israeliano. Con la scomparsa della vita politica, nel 2000 di Habash le cose sarebbero potute migliorare. L’omicidio di Arafat e l’affermarsi, medianti elezioni politiche, del partito Hamās, acronimo di Harakat al-Muqāwama al-Islāmiyya  Movimento Islamico di Resistenza, ha riacceso gli animi, L’autorità Palestinese con il Presidente Mahmūd Abbās, conosciuto anche come Abū Māzen è un organismo che in realtà non ha alcun potere decisionale. A governare, per volere popolare, è Hamās, di deciso orientamento filo iraniano, organizzazione terroristica a tutti gli effetti. Ciò la dice lunga sull’orientamento anti ebraico della maggioranza del popolo palestinese. In Libano, dopo una lunga e sanguinosa guerra civile si è imposto il partito degli hezbollah, filo siriani, anche questa organizzazione è apertamente e dichiaratamente terroristica. Dunque abbiamo Palestina, Libano, Siria, Iran e molti paesi arabi  appoggiano e finanziano, o finanziavano, il terrorismo internazionale. La così detta “ primavera araba” occultando la volontà dei movimenti fondamentalisti islamici di estremizzare la lotta all’occidente, dietro un falso anelito di democrazia dei popoli mediorientali e nord africani ha posto fine ad un periodo che sembrava volgesse verso una maggiore tolleranza. Dalla primavera araba sono venuti fuori i nuovi movimenti terroristici (isis) che insanguinano l’occidente con la loro scellerata volontà di portare la guerra santa ,  jihad,  in casa nostra.  
Molti credono che 11 settembre del 2001 , è la data d’inizio della guerra santa e della reazione ad essa, niente di più falso. Prescindendo che tra l’oriente islamico e l’occidente cristiano c’è una questione aperta, mai sanata, secolare, in realtà l’attuale terrorismo e le formazioni combattenti ad esso collegate (Al Qaida, Boko Haram, etc) sono frutti avvelenati di un albero piantato dall’ occidente, USA soprattutto, che credeva di poter usare l’estremismo islamico e le formazioni terroristiche in genere per destabilizzare stati o addirittura continenti, di potersene servire per contrastare i propri nemici, creare, insomma, una strategia della tensione da poter usare e gestire a piacimento.  Forse non avevano previsto che la cosa gli sarebbe sfuggita di mano, o forse anche questo faceva parte di una ben programmata strategia. Certo non abbiamo dati certi per poter affermare ciò, ne vogliamo sfociare nel cospirazionismo, vogliamo però dire che la situazione è in rapida evoluzione e sapere quali saranno le conseguenze di quanto accade oggi è difficilmente quantificabile. Di una cosa siamo sicuri, nulla a accade per caso e ci sono persone e organizzazioni che hanno il compito di prevedere l’evolversi di scenari diversi e calcolare le possibili evoluzioni di determinate azioni. In base a ciò dobbiamo sospettare che le primavere arabe che hanno destabilizzato il nord Africa ed il Medio Oriente, con la benedizione degli USA e della UE, fossero state analizzate da qualcuno che aveva previsto, e voluto, l’affermarsi dell’estremismo musulmano. 
Veniamo agli scenari attuali, cercando di sintetizzare altrimenti ci sarebbe da scrivere un trattato di storia, valutando la situazione paese per paese.

AFGHANISTAN: Invaso dopo l’11 settembre dalle forze della coalizione occidentale è un    paese lasciato cadere nel caos totale, è divenuto un vivaio di terroristi e produttori, su larga scala, di droga con cui il terrorismo si finanzia. Errore strategico? Non credo! Piuttosto un piano ben progettato.
IRAQ: Invaso una prima volta (prima guerra del golfo), la coalizione decise che non era il caso di affondare il regime di Saddam Hussein. Seconda invasione, dopo le torri gemelle, il regime è travolto, il paese sconvolto e il caos impera. Possibili benefici? Controllo della produzione di petrolio e destabilizzazione di un’area vastissima. Non possiamo sottovalutare che l’invasione dell’Iraq e dell’Afghanistan hanno portato gli occidentali ad insidiare l’Iran ed il suo alleato storico: la Russia.
LIBIA e tutto il  Maghreb: Stravolto ed in preda a sommovimenti che allo stato attuale possono evolvere solo negativamente (non per tutti purtroppo).
TURCHIA: paese passato dall’islam del sultanato alla svolta laica voluta da Atatürk ad una nuova islamizzazione di tipo fondamentalista. Il golpe (vero o fittizio) ai danni del tiranno Erdoğan ha creato un fronte interno all’occidente, la Turchia è un paese che è parte integrante della NATO e doveva essere un muro contro le nuove mire espansionistiche dell’islam più esasperato, muro miseramente caduto. Oggi la Turchia, dopo iniziali contrasti con la Russia, dovuti soprattutto alla costruzione di un gasdotto che di fatto avrebbe escluso i russi dal monopolio dei derivati del petrolio nei paesi dell’est Europa, si è riavvicinata alla grande potenza ex sovietica. La Turchia è una spada puntata al cuore dell’Europa, inoltre sta sfruttando il conflitto siriano per combattere, e risolvere la questione curda da sempre una spina nel fianco per questo stato.

KURDISTAN:  Stato virtuale compreso nei Territori Iracheni, iraniani, turchi e con code in Siria. Oggi i curdi combattono per la loro indipendenza al fianco degli occidentali (si distinguono in modo particolari i reparti  Peshmerga composti da agguerriti amazzoni). I curdi sono i più attivi nel contrastare l’isis.
SIRIA: Devastata da una guerra civile, altro frutto della primavera araba, che vuole la caduta di Bashar Hafiz al-Asad a tutto beneficio dei criminali isis.
LIBANO: Con Russia, Turchia e Siria cerca di tenere in piedi il regime di Al-Asad cercando di farne una sorta di stato protettorato.
GIORDANIA: si barcamena ma è fortemente a rischio.
ARABIA SAUDITA: vivaio di terroristi (15 dei 19 terroristi dell’11 settembre provenivano dall’Arabia Saudita) è un paese che si finge alleato dell’occidente ma in realtà conduce una sua guerra privata per ottenere il controllo di tutte le aree ora in mano all’isis e delle risorse che quei territori hanno a disposizione. Paese canaglia che gioca sfacciatamente sporco.
YEMEN: Paese senza legge in cui serpeggia l’integralismo più sanguinario.
USA: L’America con la scusa di esportare la sua democrazia destabilizza intere regioni del pianeta, ora appoggia i rivoltosi anti Al- Asad per pura convenienza, lo scopo è quello di foraggiare l’industria bellica vero pilastro dell’economia statunitense, oltre a cercare di espandere il proprio dominio. Una bellicosità ben finalizzata, tesa per altro ad indebolire la sua rivale di sempre: la Russia.

RUSSIA: Paese passato dall ’ideologia politica all’ ideologia del profitto, trova in Putin il suo caposaldo. Il presidente russo ha favorito e fortemente voluto il rinascere di un forte movimento nazionalista ed aspira al ritorno dell’imperialismo di stampo sovietico. Oggi appoggia il regime siriano… ma non si può escludere che, per tornaconto, cambi idea ed obbiettivi. La politica Russa al pari di quella Americana è pericolosa per tutti i popoli della Terra. L’espansionismo russo in Ucraina ed nell’ Ossezia Georgiana fanno parte di un piano di riassetto mondiale che allo stato attuale è difficile prevedere. La Russia e gli USA rischiano di coinvolgerci tutti in un nuovo e spaventoso conflitto mondiale.
CINA: per ora sta a guardare aspettando di entrare in gioco al momento opportuno. Intanto si impone nell’economia mondiale e minandone le basi. 
UNIONE EUROPEA: Un vaso di coccio circondato da vasi di ferro. Grazie all’azione degli USA, che l’hanno sempre voluta debole e disunita, è una pura astrazione, totalmente incapace di porsi come ammortizzatore tra le mire espansionistiche delle due super potenze. La UE ha perso il treno, poteva essere, ed avrebbe dovuto essere, l’alternativa allo strapotere americano e russo. La debolezza della UE costituisce l’amplificatore di uno scenario che si aggrava di giorno in giorno. Sarà proprio l’Unione Europea a pagare il prezzo più salato di un futuro oscuro. 

AFRICA CONTINENTALE: Molti stati sono islamizzati e attivi nel favorire e appoggiare l’islam integralista
 ITALIA: Il nostro paese è come una porta aerei piantata al centro del Mediterraneo, porta d’ingresso sempre spalancata, sballottata dal mare in tempesta degli avvenimenti che subisce passivamente. Mal governata è oggetto anziché soggetto della politica internazionale. Siamo sotto attacco e i nostri politici fingono di non saperlo. Giornalmente ci vengono lanciate contro bombe demografiche che poi, dal nostro paese, si frammentano in tutto l’Europa. Lo scopo è di mettere alle corde un’economia già minata da una crisi spaventosa. Ad un certo punto non potremo più sostenere l’orda degli immigrati e ci dissangueremo tirando nel baratro anche gli altri paesi europei. Vi siete chiesti dove trovano i soldi per pagarsi il viaggi verso l’Europa genti che hanno un reddito inferiore ai cento dollari annui? Vi siete chiesti perché i barconi sono sempre carichi di donne incinte e di minori non accompagnati?
ISIS: Lo stato islamico compreso fra i territori iracheni e siriani con propaggini in Libia e in vari altri stati musulmani. Lo scopo dichiarato è la fondazione di un nuovo grande califfato e l’islamizzazione dell’occidente. Lo scopo più reale è di appropriarsi delle risorse dei paesi che occupano e di costituire una grande potenza. La politica di destabilizzare l’occidente con il terrore sta dando loro ottimi frutti, stiamo modificando il nostro stile di vita e viviamo nella paura. Il vero errore di questi criminali è quello che oggi noi cerchiamo di contrastare: essersi costituiti in uno stato con una collocazione territoriale. Eppure, strategicamente, non ne abbiamo saputo approfittare. L’ isis non va sconfitto, va annientato. La sconfitta dello stato islamico causerebbe solo l’esodo dei terroristi verso l’occidente fortificando le innumerevoli cellule già presenti in tutto il mondo.
Stiamo vivendo la livida alba di un nuovo terribile giorno, un giorno di sangue che potrà durare decenni e che vedrà il sorgere di un nuovo ordine mondiale. Niente e nessuno potrà sottrarci a questo tragico destino. I grandi gruppi di potere che governano, al di sopra dei governi nazionali, il mondo intero, gestendo l’economia mondiale hanno già deciso che niente sarà come prima, che tutto dovrà cambiare che una nuova era si dovrà affermare. State pur certi che noi, le persone normali, la gente qualunque vivrà in una condizione di degrado come mai prima d’ora. Non un nuovo medioevo ma l’inferno in terra



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