venerdì 6 aprile 2018

LE CATENE DEL SANGUE





Inevitabilmente questa mia nuova opera attinge al vissuto personale, nella misura in cui mi sono, per buona parte della mia vita, confrontato con l’oscuro abisso in cui si agitano i demoni che insidiano quotidianamente il nostro vivere di persone civili. Mi sono posto la domanda: quanto della natura di questi demoni è presente in ognuno di noi? Ed ancora: il migliore di noi, estrapolato dal suo contesto di onestà e civiltà, trasportato nel profondo degli inferi, fin dalla più tenera età, manterrebbe la sua integrità o sarebbe corrotto dall’ambiente in cui è costretto a vivere? In ultima analisi la domanda finale è: il bene ed il male sono scritti nel nostro DNA oppure sono il frutto del condizionamento ambientale?

Questo è il filo conduttore del mio nuovo romanzo, meglio ancora è il nocciolo duro intorno al quale si svolgono le vicende del protagonista. Vicende piene di azione, di momenti tragici e di fatti di sangue, come si addice ad un thriller, ma anche di riflessioni e di immani sensi di colpa. Tutto il romanzo è percorso da una vena socio-psicologica che scorre come un fiume sotterraneo di cui il personaggio principale ne percepisce tutto il peso ma, nonostante ciò, non riesce ad affrancarsi dal condizionamento che lo ha plasmato “mostro” a tutti gli effetti. Un mostro con un’anima che lo rende cosciente della sua mostruosità? Si!

La mia certezza è che dentro ognuno di noi, in un angolo remoto della nostra mente, vegeta in agguato il “mostro” pronto a svegliarsi qualora se ne presentasse l’occasione.
Il primo volume di una trilogia .

Chiunque fosse interessato a leggere questo noir, per molti versi atipico, lo può trovare nel circuito Feltrinelli, Mondadori e in molti altri (basta cercare nel web).

Luigi Orsino 

martedì 24 ottobre 2017

PESCARE NEL TORBIDO

Pensiamoci su: una rubrica di Luigi Orsino

Credo che in Italia “pescare nel torbido” sia lo sport preferito da molti, almeno da quelli che si trovano nella posizione giusta per poterlo praticare nella certezza che la faranno sempre franca.

Tra i vari tipi di “pesca” oggi voglio parlare di coloro che traggono benefici dalle mafie. Per essere più chiaro non voglio, in questa sede, trattare della loro pericolosità sociale e del loro potere corrosivo.  Voglio additare al vostro giudizio coloro che traggono profitto , pane e companatico, dall’esistenza della criminalità organizzata.
Poiché vi sono molte categorie che godono di grandi benefici ed ingrassano grazie all’esistenza del potere mafioso viene da chiedersi: “C’è realmente la volontà di combattere efficacemente le mafie e, possibilmente, sconfiggerle?”
Sinceramente crediamo di no.

I tagli continui alle risorse destinate alle forze dell’ordine sono il segno della volontà politica di non volere sradicare il potere criminale. Come potrebbe essere altrimenti considerato che la politica ha sempre fatto affari con le mafie e, spesso, devono le poltrone su cui poggiano i loro culi ai voti delle cosche. Non so voi ma io trovo molte difficoltà a distinguere i mafiosi dai politici e neanche saprei dire quale è il peggiore dei mali. Se consideriamo l’enorme numero di giudici che sono impegnati in indagini sulle mafie, Le Procure ed i tribunali impegnati in procedure che durano decenni e le varie commissioni parlamentari, ci si rende conto dell’enormità di risorse economiche impegnate in questa lotta. Siamo proprio sicuri che chi trae beneficio da questa lotta sia motivato a colpire definitivamente il potere mafioso?

In ogni caso sono concorde che non si può abbassare la guardia e la lotta deve continuare. Nessuno vieterebbe invece di contenere i benefici economici destinati agli uomini che combattono le mafie in limiti più accettabili. Questo permetterebbe di liberare risorse da destinare alla creazioni di posti di lavoro. E’ risaputo che le organizzazioni di criminalità organizzata prosperano la dove vi sono sacche di degrado e di povertà. Combattere la povertà significa togliere braccia al mostro.

Qualcuno obietterà che i giudici corrono gravi rischi ed hanno, quindi bisogno di essere adeguatamente protetti ed altrettanto adeguatamente retribuiti. Vero i giudici corrono molti rischi ma non certo più di quegli operai che fanno lavori usuranti e pericolosi. Si vadano a controllare il numero di morti sul lavoro, o a causa di lavori pericolosi o di lavori condotti in ambienti malsani e si confrontino con il numero di giudici caduti sul campo di battaglia delle guerre alle mafie. Credo proprio che non ci sia storia. Eppure nessuno ha mai pensato di mettere sotto scorta un operaio che lavora in fonderia. I signori giudici sono eroi della legalità, allora si comportino da eroi ed accettino i rischi del loro mestiere.

Un capitolo a parte meritano le associazioni che dovrebbero tutelare e soccorrere le vittime delle mafie. Queste associazioni ricevono, almeno quelle che hanno grandi appoggi politici, fondi a pioggia e la gestione dei beni sequestrati alle mafie. Il problema è che alle vittime non arriva un cazzo, i soldi spariscono ed i beni vengono gestiti dalle associazioni a loro esclusivo beneficio, spesso in modo inappropriato e con grande incompetenza.

Se i fondi venissero distribuiti alle vittime della criminalità organizzata e i beni sequestrati ugualmente fossero affidati a chi è stato duramente colpito dai criminali sarebbero sanati, almeno in parte, i mali causati dal mancato controllo del territorio da parte dello Stato, cosa che ha permesso ai mafiosi di crescere e prosperare.
Possiamo parlare di “Mafia dell’antimafia”?  Io un’idea me la sono fatta. E voi?
Luigi Orsino

venerdì 15 settembre 2017

ROBOT

Pensiamoci su: una rubrica di Luigi Orsino

Il termine robot deriva da robota che in lingua ceca significa “lavoro pesante”.
Nel tempo il termine ha assunto una più ampia accezione ossia quella di automazione, produzione industriale con l’uso di macchinari automatici dove l’intervento dell’uomo è ridotto al minimo.

Dalla fine degli anni sessanta, inizio anni settanta, ci hanno fatto credere che introducendo l’automazione nei processi produttivi industriali avrebbe portato ad una migliore qualità del prodotto, le macchine non sbagliano, un calo dei prezzi al consumo grazie a minori costi di produzione e gestione. Inoltre gli economisti contestavano con veemenza che la diffusione massiccia di robotizzazione avrebbe causato forti perdite di posti di lavoro. Secondo loro i posti persi nelle fasce meno qualificate delle maestranze sarebbe stata ampiamente compensata da massicce assunzioni di personale specializzato nel funzionamento e manutenzione degli impianti automatizzati.

Nessuna di queste ipotesi si è rivelata giusta.  I prodotti industriali provenienti da impianti altamente automatizzati sono, di gran lunga di qualità inferiore rispetto ai tradizionali “fatti a mano”, tanto è vero che questi ultimi sono considerati al top della gamma e sono in prevalenza beni di lusso. Inoltre, spesso, vengono immessi sul mercato partite di prodotti che qualsiasi buon artigiano considererebbe difettata. Il calo dei prezzi non c’è mai stato e mai ci sarà in quanto il maggior ricavo viene incamerato dai proprietari degli impianti. La possibile concorrenza a colpi di prezzi più bassi viene aggirata formando dei cartelli, chi non si allinea viene ghettizzato ed infine assorbito da aziende più grandi.

Che nel medio  termine vi sarebbe stato un incremento dei posti di lavoro è una colossale balla.  In realtà la dove occorrevano dieci operai ora ne basta uno. E si va a passi da giganti vero il giorno in cui anche quell’uno sarà superfluo. Già oggi abbiamo impianti che sono totalmente automatizzati ed anche il funzionamento e la manutenzione è affidata a sofisticati computer che governano le macchine direttamente impegnate nella produzione.

Viene logico obiettare: se il numero dei disoccupati aumenta chi acquisterà ciò che viene prodotto negli impianti automatizzati? Nessuno ovviamente. La globalizzazione fa in modo che il fenomeno abbia una valenza planetaria per cui, chi prima chi dopo, tutti i paesi si troveranno ad affrontare lo stesso problema.

L’unica possibile soluzione a questo problema è un’equa distribuzione della ricchezza. In pratica l’automazione dovrebbe liberare l’uomo dall’atavica necessità di lavorare per procurarsi da vivere. La fatica quotidiana dovrebbe essere, anzi deve essere forzatamente, un retaggio del passato. Affrancarsi dal fardello del “lavoro quotidiano” è l’unico, vero, sistema per garantire un  futuro all’economia, per evitare che il sistema imploda. Molti paesi lo hanno già capito ed hanno introdotto delle forme di reddito e sostegno per coloro che sono stati tagliati fuori dal mercato del lavoro. Ciò garantisce che in consumatori possano continuare ad accedere ai prodotti, che le aziende possano continuare a produrre e che il “sistema” si auto alimenti.

Dove trovare i fondi per creare un reddito “sociale”? Occorre che le aziende si rassegnino a cedere parte del loro ricavo netto, questo, o resteranno senza clienti per la semplice ragione che non ci saranno, se non un numero molto limitato di individui in grado di accedere a beni e servizi. 

Purtroppo prima che un tale cambiamento, epocale, entri nella mentalità dei politici italiani continueremo per anni a navigare a vele spiegate nel mare burrascoso della crisi.
I politici italiani sono l’unico caso aberrante di esseri viventi in cui il DNA muta al conferimento di una carica pubblica: da persone normali a ladri patentati.
Luigi Orsino


domenica 20 agosto 2017

NEL VENTRE DI VACCA


PENSIAMOCI SU: Una rubrica di Luigi Orsino

Attentati terroristici di matrice islamica in tutta Europa. Se diamo un’occhiata ad una cartina ci possiamo rendere conto che, dalla penisola scandinava a quella iberica, i fatti avvengono ovunque. Ovunque ma non in Italia.

Il caso? Pura fortuna? Non credo nel caso e ancor meno nella fortuna.

Particolari capacità investigative delle nostre forze dell’ordine? Meglio affidarsi alla protezione divina. Il termine di paragone dell’efficienza delle nostre forze di polizia lo può benissimo fornire il caso di Igor il russo, che poi non si chiama Igor e neanche è russo ma serbo. Oltre mille e cinquecento uomini super addestrati, tra cui i Carabinieri paracadutisti del Tuscania, hanno per mesi rastrellato una fetta di territorio, in fin dei conti niente affatto troppo estesa, senza cavare un ragno dal buco, hanno inseguito i fantasmi che il ricercato evocava per loro. False piste e opportuni depistaggi hanno consentito ad un uomo ben addestrato, ex miliziano serbo a quanto pare, di prendersi gioco dei nostri “corpi speciali”. Questi sarebbero gli uomini che fanno paura ai terroristi mossi da incrollabile fanatismo religioso? Non credo proprio.

Forse sono i nostri servizi segreti che riescono a neutralizzare il pericolo prima che si manifesti? Non scherziamo. I nostri 007 sono alla buona, caserecci per così dire. Sono quelli che intervengono per pagare i riscatti degli italiani rapiti, salvo poi le immancabili smentite del ministero degli esteri. Anche in questo non brillano per efficienza, si pensi al caso Sgrena ed al casino che riuscirono a combinare i nostri agenti segreti: Dopo aver pagato il riscatto, mentre erano sulla strada dell’aeroporto, non tennero conto delle regole d’ingaggio dell’esercito americano, si imbatterono in un loro posto di blocco, non sapendo cosa fare violarono le regole, furono scambiati per terroristi e mitragliati. Risultato: il capo pattuglia ucciso e la vita dell’ostaggio, appena liberato dopo accanita lotta a colpi di banconote, messa in serio pericolo.

Sono propenso a credere che i nostri servizi forse sono in grado di prevedere le condizioni meteo ma non certo un attacco terroristico.

Allora come mai l’Italia non subisce attacchi? Eppure L’Italia è praticamente ad uno sputo dal nord Africa  ed è, inoltre, la sede della religione antagonista, per antonomasia, di quella islamica. Roma è la sede del papato, i cattolici sono i nemici storici dei musulmani, gli ispiratori delle crociate. Insomma l’Italia dovrebbe essere un obiettivo preferenziale.

Allora perché, finora, non abbiamo subito attacchi? Forse perché lasciamo entrare cani e porci senza controllare nessuno? Forse perché anche se un terrorista, per puro caso, viene scoperto al massimo si becca l’espulsione? Forse perché siamo una porta sfondata attraverso la quale passano tutti e di tutto? Forse perché qualche testa di cazzo ha stretto un patto con i massacratori fornendo, sottobanco, appoggi e rifornimenti? A parole condannano ma nei fatti appoggiano per paura di dover affrontare un nemico che inevitabilmente dovrà essere affrontato.

Pensate che sia una teoria assurdamente cospirazionista? Pensate alla Turchia che a parole condannava gli integralisti ma poi faceva affari con loro comprando il petrolio in cambio di armi. I maneggiamenti turchi sono stati scoperti, Erdogan ha messo su un finto colpo di stato, si è liberato degli oppositori e continua come prima, anzi meglio di prima. Quindi anche se venisse fuori che il governo italiano ha fatto un accordo con i massacratori basterà negare, negare con sdegno. In fin dei conti la faccia di culo è o non è la migliore qualità dei politici italiani?
Luigi Orsino


mercoledì 19 luglio 2017

IL FRUTTO AVVELENATO DELL’ALBERO DEL MALE

PENSIAMOCI SU: Una rubrica di Luigi Orsino
Quando sento un “servitore dello Stato” dirmi : <<Ciò che lei chiede è una concessione non un diritto, io posso negarglielo a mio piacimento, anche solo perché mi è antipatico>> considero queste parole come uno schiaffo alla libertà, uno sputo alla dignità umana.

Quelle parole hanno un sapore antico, sanno di feudatario che “concedeva” al servo della gleba di vivere per sua gentile concessione. Cosa è cambiato in oltre mille anni di storia umana? Niente! Per veder riconosciuti i propri diritti bisogna inchinarsi alla benevolenza del tiranno di turno. Che sieda su una poltrona posta in alto nella piramide di comando o che sia un impiegato di Equitalia, scusate volevo dire Agenzia delle Entrate Riscossione, poco importa. Chiunque possiede un minimo di potere lo esercita con protervia su chi ritiene essere un suo inferiore. Forse non sanno costoro che l’esercizio del potere è un mestiere pericoloso, molto pericoloso per il semplice fatto che i “servi” presto o tardi si stufano di essere tiranneggiati e allora sono c… amari. 

Generazioni di piccoli e stupidi tiranni hanno inquinato il nostro paese e rovinato le nostre vite. Laddove dovrebbe essere sovrano il concetto di innocenza fino a prova contraria regna l’esatto contrario: Tutti sono colpevoli salvo che non riescano a dimostrare la loro innocenza.  In base a questo concetto distorto, ad uso e consumo degli oligarchi che ci governano, tutti siamo evasori fiscali, l’onere di dimostrare l’innocenza è a nostro carico. Tutti coloro che ricevono una cartella esattoriale sono automaticamente considerati evasori fiscali. Consideriamo le così dette “cartelle pazze”, che poi tanto pazze non sono considerato che molti presi dal panico o per ignoranza o per l’impossibilità di opporsi le pagano comunque, ho il dubbio che siano emesse a bella posta per fare cassa truffando la povera gente. Vogliamo parlare della nuova normativa che permette al creditore, lo Stato, di farsi giustizia da se senza dover chiedere il parere di un giudice? Ebbene è proprio così l’ente inquisitore mette direttamente le mani sui risparmi dei presunti debitori, idem per il suo stipendio. Ammesso che abbia l’uno e l’altro o entrambi. Neanche viene presa in considerazione la possibilità che chi non paga una cartella esattoriale è solo perché non è in condizioni di farlo? Non si pensa che quei risparmi in banca potrebbero essere stati messi da parte per curarsi, considerato che lo Stato è latitante in materia? Non si considera che sequestrare una parte di stipendio ad una famiglia monoreddito significa farla scivolare oltre la soglia di povertà assoluta? Nulla di ciò interessa a chi fa valere le proprie ragioni usando metodi da mafiosi. I crediti vantati dallo Stato sono divenuti prioritari. Anche gli imprenditori ora sono costretti a pagare prima la tangente allo stato e solo dopo pensare alle retribuzioni dei dipendenti ed a saldare i fornitori, se non riesce a fare le ultime due cose fallisce, i dipendenti perdono il lavoro ed i fornitori saranno a rischio di fare la stessa fine.  Ma in compenso lo Stato avrà incassato il pizzo. Ci sembra il miglior sistema per far sprofondare l’economia di questo paese ancora di più. Altro che ripresa sbandierata ai quattro venti.

Noi gente comune in che modo possiamo difenderci da chi ci ha scaraventato nella povertà assoluta, da chi si approfitta di noi senza ritegno? Nulla! Finché continueremo a parlare sottovoce, a lamentarci badando bene che porte e finestre siano chiuse, a soffrire in silenzio niente potrà mai cambiare. Dovremo continuare a sfamarci con i frutti avvelenati dell’albero del male. Se poi decideremo che è arrivato il momento di cacciare in gola, con la forza, quei frutti ai nostri persecutori…  allora è tutta un’altra storia.
Luigi Orsino

lunedì 10 luglio 2017

IO AMO LE TASSE

PENSIAMOCI SU: UNA RUBRICA DI LUIGI ORSINO

Forse penserete che io sia impazzito. Non posso essere certo che non sia così… giudicate voi.

In Italia, dato accertato, paghiamo tante tasse quante ne pagano nei paesi scandinavi. Cioè la pressione fiscale italiana, quella manifesta perché su quella occulta i dati sono spaventosi, è pari a quella esistente in Finlandia, Norvegia, Danimarca e Svezia, paesi in cui pagare le tasse è realmente un piacere. Come un piacere? Semplice è basata sul principio del “do ut des” (dare per avere), cioè si paga per quello che realmente si riceve. Lo stato sociale è efficientissimo, i cittadini sono tutelati in tutti gli aspetti della loro vita, dalla culla alla tomba, il sistema sanitario funziona in maniera superba, non solo i pazienti non vengono divorati da formiche e blatte e hanno a disposizione un letto tutto per loro con lenzuola pulite (pensa che lusso) ma è totalmente gratuita per le fasce di reddito più basse. Le fasce di reddito basse sono quelle che da noi sarebbero considerate fasce benestanti, per intenderci. Gli studenti non pagano tasse fino ai 18 anni e anzi ricevono un assegno mensile, tale agevolazioni si protraggono anche all’università, sempre per chi è “meno ambiente”, buona parte dei trasporti pubblici sono gratuiti, il carburante è tassato ma non tartassato, la maternità è agevolata ed economicamente incentivata, Il reddito minimo garantito è una realtà ultra decennale, le famiglie disagiate sono assistite economicamente (lo stato paga le bollette, l’eventuale affitto ed aggiunge un ulteriore aiuto economico in relazione con il numero di individui di cui è formata la famiglia), L’edilizia popolare è diffusissima ed accedervi è molto semplice, chi usufruisce del reddito minimo garantito non paga l’affitto.

Queste sono solo alcune delle motivazioni per cui se fossi nato in Scandinavia le tasse mi piacerebbero.
Potrei ancora dirvi che le tasse automobilistiche sono bassissime, che il numero di parlamentari è la metà, a volte un terzo, di quelli italiani, che non hanno alcun tipo di benefit, che non esistono le auto blu, che lo stipendio di un politico è più basso di quello di un impiegato, che la corruzione politica è considerato un reato gravissimo e perseguito con estrema severità, che gli anziani vengono trattati con la dignità che è dovuta a chi ha speso la sua vita lavorando onestamente, neanche li legano ai letti pensa te, che i reati sono quasi inesistenti.
Certo deve essere mortalmente noioso vivere in un paese in cui i politici sono onesti e la gente non è costretta a ravanare nei bidoni della spazzatura per mangiare.

Poveri scandinavi che non conosceranno mai il piacere di essere governati da individui che non indossano il passamontagna solo perché hanno la faccia di bronzo. Individui che vanno più che d’accordo quando devono votare l’’aumento dei loro stipendi, ma litigano a morte per decidere quale formula adottare per farci votare, come se potesse cambiare qualche cosa. Qualsiasi sia la formula che sceglieranno sarà sicuramente quella più adatta a prenderci per il c… . Dimenticavo, nelle banche dei paesi scandinavi puoi metterci i tuoi risparmi e la notte potrai continuare a dormire.

Qualcuno dirà: <<Non è rappresentativo prendere ad esempio tre o quattro paesi.>>

In realtà le cose non sono molto differenti in Inghilterra, chiedete a uno dei tanti italiani che si sono trasferiti in quel paese, in Germania, in Francia, in Olanda, in Belgio e in tutti i paesi civili.

Però se ci paragoniamo l’Italia al Burundi o alla Sierra Leone o alla Somalia, forse noi siamo messi meglio.

Io ho sempre sentito dire che bisognerebbe prendere ad esempio chi è migliore di noi, ma forse quando hanno parlato, a scuola, di questo argomento ero distratto. Forse ero intento a schivare pezzi di soffitto che venivano giù.

Io amo le tasse, anzi le amerei, ma datemi qualcosa in cambio. In caso contrario non si deve parlare di tassazione ma di RAPINA.     
Luigi Orsino

mercoledì 28 giugno 2017

UNA DONNA SI DA FUOCO


PENSIAMOCI SU: UNA RUBRICA DI LUIGI ORSINO
Una donna, licenziata a gennaio si è recata, per l’ennesima volta, alla sede dell’INPS di Torino. Sperava di poter finalmente incassare il sospirato sussidio di disoccupazione. Era certa che anche questa volta sarebbe stata trattata con sufficienza e mandata via a mani vuote. Si è portata dietro due bottiglie d’alcool e quando ha ricevuto la temuta risposta negativa si è cosparsa il corpo di liquido infiammabile e si è data fuoco. La povera donna non è morta ma ha ustioni sul 70% del corpo.

Questa la notizia odierna.  Ma forse non tutti sanno che nei primi sei mesi del 2017 i suicidi “ECONOMICI” sono stati più di quelli registrati nel precedente anno. I media tacciono, nessuno ne parla. Siamo tutti sacrificabili sull’altare della speculazione.
Altri quattro miliardi per le banche, Quelle venete per l’esattezza, salvataggio approvato con decreto d’urgenza dal governo domenica 25 giugno. Ovviamente i poveri fessi che avevano acquistato azioni delle banche saranno rapinati dei loro risparmi e i correntisti? Si vedrà.

Solo qualche mese fa il governo aveva salvato il Monte dei Paschi di Siena con un intervento di venti miliardi di Euro. Abbiamo proprio un gran bel governo sempre pronto ad aiutare le banche che d’aiuto proprio non hanno bisogno. Fanno operazioni spericolate, guadagnano molto finché dura e poi quando il vento gira chiedono aiuto al governo che li tira fuori dai guai. I banchieri ci guadagnano, i politici, che stanno dietro le banche, ci guadagnano e gli italiani si suicidano.
24 miliardi per i truffatori ma i soldi per una madre disoccupata non ci sono, non ci sono soldi per garantire un reddito minimo agli italiani che muoiono letteralmente di fame.

Il reddito minimo garantito è una realtà presente in tutti i paesi civili, l’Italia non è un paese civile. L’Italia è divenuta un covo di approfittatori, speculatori e faccendieri, un paese senza giustizia.

Coloro che sono morti travolti dalla miseria vanno considerati martiri che si sono immolati per spingerci a ribellarci a chi ci ha tolto tutto finanche la libertà.

Luigi Orsino   

lunedì 5 giugno 2017

SPREMUTI COME LIMONI





PENSIAMOCI SU: Un editoriale di Luigi Orsino

Odio dire “l’avevo detto” ma, purtroppo l’avevo detto. Mentre il sig. Renzi batteva la grancassa gridando ai quattro venti che avrebbe cancellato Equitalia perché ente iniquo che causava giustificato panico tra gli italiani che vivevano nel terrore di ricevere la famigerata cartella esattoriale, qualche ingenuo, possiamo anche definirlo “fesso” pensò che finalmente si alzava una leggera brezza di giustizia. Giustizia? In Italia? Niente di più fantascientifico . Equitalia, ente di proprietà dell’Ufficio delle Entrate e Dell’INPS, quindi i creditori erano autorizzati a farsi esattori, senza bisogno dell’approvazione di un giudice considerato che una cartella esattoriale era già un atto esecutivo. Pertanto potevano procedere al fermo amministrativo di auto, al sequestro e vendita all’asta di immobili talvolta sequestrati per cifre irrisorie fatte lievitare con metodi di pura fattura usuraia. 

Oggi cosa è cambiato? E’ cambiato che tutta la procedura è stata inasprita. Ora i gabellieri dipendono direttamente dall’Ufficio delle Entrate, sai che differenza, il personale è quello di Equitalia passato indenne all’Ufficio delle Entrate riscossione, tutte le procedure artificiose e repressive sono state confermate. Le cartelle esattoriali sono sempre l’incubo degli italiani, in più ora possono sequestrare i conti correnti, tramite l’INPS possono conoscere la posizione lavorativa ed il reddito di chiunque e procedere senza impedimenti alle rapine. Alla faccia dei provvedimenti contro i suicidi.

Volendo sorvolare sull’assoluta mancanza di riservatezza noi italiani siamo perseguitati da un fisco che è un’istituzione repressiva e criminale, che spinge la gente sull’orlo del baratro. E non sono pochi quelli che decidono di saltare.

Ma questi ignobili inquisitori si sono mai chiesti perché le persone si indebitano con il fisco? Davvero pensano di poter raccontarci la favola che sono tutti evasori? Non hanno pensato che non paghiamo perché non abbiamo le risorse per farlo? Non abbiamo le palanche per sfamare la mostruosa bestia infernale che è il fisco italiano, non paghiamo perché siamo poveri, non paghiamo perché siamo stufi di fare la fame mentre i parassiti politici vivono nel lusso, ingrassano con pensioni d’oro dopo qualche giorno di sonno tra gli scranni del parlamento, quando ci vanno.

Noi siamo perseguitati e annientati mentre c’è una classe politica, con i loro parenti, amici, compari e comparielli che vivono aggrappati alle nostre spalle.

I Renzi di ieri di oggi e, temo, di domani possono continuare a raccontarci bufale, menzogne vergognose che nascondono la loro attività criminale.


Ebbene io, ora e qui, li accuso di usura ed estorsione.

Luigi Orsino